Bimbi Artisti
Date carta e matita ad un bambino di due anni e si divertirà a pasticciare. Inizialmente si tratterà di scarabocchi casuali che col passare del tempo cominceranno però a organizzarsi.
Dall’intrico di tratti accidentali inizieranno a emergere forme ricorrenti, le preferite del bambino.
Queste diventeranno gradualmente più caratteristiche e all’avvicinarsi del terzo compleanno appariranno le prime immagini figurative.
Da questo momento ha inizio una serie di stadi di sviluppo nel corso dei quali il primo rozzo cerchio diventerà un volto umano.
Un controllo autoimposto dà vita a un’unità geometrica o “diagramma”.
A 4 anni lo stadio dell’arte infantile, fa si che nella mente del giovane artista, l’intera persona ritratta è contenuta nel cerchio centrale.
Per il bambino il viso è l’elemento più importante dell’essere umano. A dieci anni la figura umana si inserisce compiendo un’azione. La somiglianza tra i disegni di un bambino e quelli di un altro è notevole, come se tutti dovessero attraversare le stesse tappe, che non dipendono dall’istruzione ricevuta, bensì dal modo in cui l’occhio umano vede le cose in tenera età. Dai dieci ai tredici anni, i fattori esterni agiscono sul giovane artista, influenzando stile e contenuto delle sue opere. Quello che l’istruzione non può fare, è influenzare gli stadi iniziali dell’arte infantile. Il bambino piccolo abita un nuovo appassionante mondo tutto suo e scopre la propria capacità di tracciare sulla carta immagini riconoscibili.
Negli anni 50 Rhoda Kellogg svolse uno studio particolareggiato su oltre un milione di disegni infantili provenienti da trenta paesi diversi e rimase colpita dal loro sconcertante grado di omogeneità. Le differenze ambientali sembravano non avere di fatto alcuna rilevanza e si rappresentavano sempre i medesimi grafemi. Kellogg elaborò uno schema dei cinque stadi di base, ovvero scarabbocchio, diagrammi, combinazioni, aggregati e infine immagini.
Kellogg identifica venti diverse tipologie di scarabocchi e studia le modalità con cui vengono raffinati nei sei diagrammi di base, tra cui ad esempio il cerchio, il quadrato e il triangolo.
Un triangolo sovrapposto a un quadrato dà luogo a una forma che costruirà in seguito la base per disegnare la casa. Come un “simbolismo universale”, a prescindere dal tipo di abitazione in cui vivono quasi tutti disegnano una piccola casa a forma di cubo con il tetto spiovente. Un processo interno di scoperta visiva che ha luogo quando il bambino è alle prese con le sue prime immagini figurative.
L’arte infantile è come un linguaggio visivo. Inizialmente il bambino gioca con semplici forme prive di riferimenti al mondo esterno, poi le combina in vari modi, finché improvvisamente, una di queste combinazioni comincia a ricordargli qualcosa che esiste nel mondo reale.
Una volta che un rettangolo è diventato un’automobile, un triangolo una vela e una spirale la coda arrotolata di un’animale, allora il il bambino passa a una fase nuova, quella figurativa, durante la quale i dettagli combaciano sempre più con la realtà esterna.